Un viaggio temporale per ridere insieme a I Legnanesi.
Un viaggio temporale tra passato e presente, tradizione e attualità: c’è tutto il mondo de I Legnanesi nei grandi progetti che segnano un finale del 2019 da record.
Era l’8 dicembre 1949 quando, nell’oratorio di Legnarello, prese il via questa favola “con i piedi per terra”, fatta di lavoro di giorno e di evasione sul palcoscenico la sera e nei weekend, interpreti della tradizione teatrale italiana. Alla vigilia di questa data indimenticabile, a conclusione di un anno in cui è stato celebrato lo straordinario traguardo di 70 anni di teatro, Regione Lombardia ha realizzato un libro fotografico, grazie alla disponibilità anche degli archivi privati delle famiglie Musazzi e Barlocco.
Stefano Bruno Galli, Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia li racconta e ringrazia così nell’introduzione: “Interpreti veri del più autentico spirito lombardo, in ogni piazza e in ogni teatro, anche al di fuori del territorio regionale, I Legnanesi hanno sempre fatto – e fanno, ancora oggi – il “tutto esaurito”. Era quasi un obbligo etico e morale, prima che culturale e istituzionale, contribuire con entusiasmo all’anniversario dei Legnanesi, che – anche loro – hanno reso grande la nostra Regione. Grazie, Legnanesi, per averci regalato la vostra splendida avventura teatrale, che non è affatto una storia “minore”: fa parte a tutto tondo della storia culturale della nostra grande Regione.”
Attesissimi come sempre a Milano, I Legnanesi tornano al Teatro della Luna dal 31 dicembre all’8 marzo 2020.
“Siamo molto felici di proseguire con I Legnanesi questo percorso condiviso fatto di successi, nel segno della valorizzazione della loro storia, della capacità di rinnovamento e dell’impegno quotidiano nei confronti degli spettatori, per regalare loro un’esperienza teatrale indimenticabile. – dichiara Giancarlo Sarli, A.D. di Forumnet SpA – Alla terza stagione al Teatro della Luna, quest’anno proponiamo una programmazione di oltre due mesi per ben 50 repliche: ci sono tutte le premesse per iniziare uno splendido 2020 con l’entusiasmo, le emozioni e l’energia che il teatro sa dare”.
Mabilia (Enrico Dalceri), chic più che mai – come si conviene a un viaggio a Parigi – ammira la Gioconda insieme a mamma Teresa (Antonio Provasio) e papà Giovanni Colombo (Lorenzo Cordara, al suo debutto in questa stagione), che sfoggiano gilet gialli catarinfrangenti nelle sale del Louvre, mentre fuori i manifestanti fanno dei loro gilet gialli il simbolo della protesta, inseguiti dai gendarmi. La Monna Lisa è al centro della loro attenzione: il capolavoro deve tornare in Italia e Teresa, incurante dell’esistenza di un sortilegio legato al furto del celebre quadro, spinge il marito Giovanni a compiere il misfatto. E cosi’ sarà: i nostri protagonisti si ritroveranno catapultati nel 1504, anno di realizzazione dell’opera. Personaggi come Raffaello, Botticelli, Michelangelo, e lo stesso Leonardo faranno da scenario a questo rocambolesco viaggio nel tempo. Oltre due ore di spettacolo, che preludono al sempre emozionante gran finale in smoking, per ricordare che, nonostante i problemi e le difficoltà della vita, “non ci resta che ridere!”.
E dopo il divertimento a teatro, non manca l’impegno de “I Legnanesi per i bambini”: è il titolo del CD, in cui Antonio Provasio ed Enrico Dalceri coinvolgono la Teresa e la Mabilia per supportare il Comitato Italiano per l’UNICEF con una donazione di 1 euro per ogni copia venduta, a sostegno della campagna Ogni bambino è vita.
Inoltre prossimamente in prima serata su Retequattro “Non è Natale senza panettone”, il primo film per la TV prodotto da Mediaset, con la storica compagnia teatrale de I Legnanesi.
Il lungometraggio girato tra Legnano, Milano e Napoli racconta un nuovo capitolo della vita della Famiglia Colombo. Questa volta I Legnanesi sono alle prese con lo sfratto dal cortile, raso al suolo a causa della costruzione de L’outlet del Pandoro. “Non è Natale senza panettone” vede La Teresa, La Mabilia e Il Giovanni trasferirsi a Napoli, pronti a iniziare una nuova vita senza però rinunciare alle proprie tradizioni.
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