” Se la comunicazione… tentenna ” riflessioni della scrittrice Cristina Alessandro
Amo l’umanità, eppure a volte rivendico i miei spazi.
Esiste una distanza convenzionale e socialmente accettabile tra due persone che parlano. Se si viola questo confine implicito, mi sento prevaricata e mi indispongo.
Adoro il contatto, ma non lo concedo a chiunque, o almeno non subito. Mi urta anche chi, per dare enfasi alle parole, non usa il tono, ma le mani.
Per molti l’urgenza di gesticolare e tastare l’altro è così forte da assecondarla senza neppure farci caso.
Ma i peggiori sono quelli che quando parli, mimano il tuo labiale, biascicando come ruminanti… Pare ti prosciughino il fiato, anticipando quello che stai per dire.
Così ti viene anche il sospetto che per imitarti in modo speculare si perdano il filo del discorso.
Oppure ci si potrebbe beare illudendosi di dire cose così sensate da tener in bilico l’interlocutore sul ciglio della bocca: invece, mi sa, si tratta solo di egocentrico desiderio di compiacere. Impressionare il prossimo resta purtroppo un’esigenza intramontabile, ma se si esagera, non è credibile.
Profuma più di presa per il… naso! Quindi a freno l’invadenza: preservo solo i contatti sociali onesti.
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