“L’Influencer è infettivo?” riflessioni della scrittrice Cristina Alessandro.

L’influenza è una malattia contagiosa causata da un virus. Tutti noi, nel corso della vita, ne siamo stati vittime.

I sintomi più frequenti: febbre, dolori muscolari e articolari, brividi, sudorazione, mal di testa, mal di gola, congestione nasale, tosse secca, stanchezza, motilità intestinale…

Essendo questo uno dei periodi critici per contrarla, mi sono divertita ad analizzarne l’etimologia. Inflüènza, dal latino medioevale influentia, è un derivato di influĕre, scorrere dentro.

Sia Dante che Manzoni hanno fatto riferimenti all’influenza esercitata dagli astri sull’indole umana e sui loro destini.

Nell’accezione più generica si riferisce all’azione adoperata da una cosa o da una persona sopra un’altra, soprattutto alla capacità di imporre il proprio volere con la persuasione. Con un unico termine si arriva addirittura a toccare la sfera della politica, del diritto internazionale e persino della chimica.

Forse le mie sono solo farneticazioni da febbrone: ammetto che dopo quindici anni tale sindrome appestante mi ha placcata, quando ormai pensavo di esserne immune.

Il mio editore ridendo mi ha presa in giro dicendomi che avrei goduto di qualche giorno di meritato riposo, coccolata e a letto.

Che barzelletta: a una donna poco importano i segnali di sofferenza che il fisico manifesta. Per lei la quotidianità scorre identica, tra faccende, cure e responsabilità. Non per nulla imperversano ovunque gag sarcastiche sugli uomini prostrati con il termometro in mano e una sola linea al di sopra della temperatura ottimale. Questa volta me la sono cavata con la medicina tradizionale e cibi sani.

Per altri tipi di “influenzer”, assai più temibili, basta far ricorso al buon senso e alla consapevolezza di non voler farsi prevaricare. Mai.

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