Il tempo “candisce” i ricordi – riflessioni della scrittrice Cristina Alessandro.

Se davvero il tempo è il nostro bene più prezioso, i ricordi di momenti trascorsi sono gioielli.

Si sta avvicinando Natale e non posso evitare di ritornare con la mente indietro negli anni. I preparativi che precedevano la festa erano per me e i ragazzi frenetici. Si iniziava presto a confezionare manufatti per i nonni e a creare addobbi personalizzati da appendere all’albero. Ce n’erano di ogni foggia: pupazzetti, palline in plastica riciclata dalle bottiglie d’acqua con tanto di glitter scintillanti, bigliettini, dolcetti sfornati e poi dipinti.

La casa si tramutava nella fabbrica dei folletti di Santa Klaus. Ovunque festoni, le finestre oscurate da adesivi natalizi acquistati o disegnati da manine eccitate. L’albero quindi risultava un’accozzaglia di elementi kitsch grondanti di amore e aspettativa. Portacandele in Das, bacche rosse, pigne raccolte in autunno e ammantate d’ argento e oro.

Ma più che gli oggetti, rimpiango l’emozione dell’attesa. Non essendo una famiglia religiosa, non si aspettava la nascita come un momento sacro. Seppure per i bambini la data coincideva con lo scarto dei regali, il clima saturo di complicità e condivisione, un po’ mi manca.

Ho letto di recente che chi è felice con l’avvicinarsi del Natale, chi s’impegna con passione all’organizzazione delle decorazioni è una persona felice. Non so se questo sia vero. Io poi non faccio testo: canticchio i jingle e i gospel già a ottobre, in linea con i supermercati che propongono i panettoni con la cancelleria scolastica.

Per me è Natale quando si crea quella corrente magica tra di noi, quando si ride di sciocchezze, si ricorda insieme i begli attimi spensierati o le litigate per come apparecchiare la tavola. Siamo ogni anno sempre di più e bisogna sacrificare qualche composizione creativa destinata a far mostra di sé al centro, per lasciar spazio ai commensali. Immagino che la gioia sarà rinnovata con l’arrivo dei nipotini. In fondo la grande magia è per loro.

Di certo so che l’allegria delle luminarie rispecchia lo scoppiettante fuoco che ho dentro. E con l’approssimarsi delle feste, quella brace silente si attizza più che mai.

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