” Beati gli ultimi…” riflessioni della scrittrice Cristina Alessandro.

Sembra una frase assurda. Come si potrà mai osannare chi non mostra credibilità sociale, una personalità di rilievo, o un aspetto smagliante?

Siamo succubi del malcostume di soppesare dalle apparenze, pur non disponendo di certezze evidenti. Nella vita nulla è reale, solo personale rappresentazione.

Al presente, se uno non è furbo è fesso. Diffidiamo dei fiduciosi a oltranza, di chi non giudica e si presta servizievole senza pretendere. O, più probabile, ce ne approfittiamo.

Voglio dedicare una riflessione alle persone che rimangono un passo indietro, incapaci di provare rancore, isolate nel proprio mondo. Alle personalità sfumate, prive di una connotazione definibile, sacrificabili come merce deperibile “da consumarsi di preferenza entro…”

Nessuna lode, oggi, al temperamento alfa: la mia curiosità abbraccia, al contrario, chi rimane candido, ancorato ai propri principi, alle abitudini che confortano. All’anima indecifrabile, assorta, perché non coglie il male e tutto le scivola addosso.

Al povero diavolo che, incapace di socializzare, raffazzona rapporti a binario morto. Una cassa risonanza che amplifica pregi e difetti di chi vi si approccia, perché non ha riferimenti.

Vorrei soffermarmi sul fatto che esistono interiorità complicate, nonostante a prima vista sembrino accessibili. Ecco aprirsi uno scenario paradossale, dove al bianco o al nero, si accostano una miriade di sfumature che regalano un gusto diverso a ogni singolarità.

Qualcuno ci può sembrare troppo accogliente, sprovveduto, sciocco. Forse lo è, ma può sorprenderci e mostrarsi anche impenetrabile, accorto, coerente. Il riscatto degli “invisibili” che, a sorpresa, lasciano un segno.

È questa capacità di stupirmi e stupire, il costante leitmotiv della mia vita.

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