ATHAR – East to West.
La sfida di Matteo Parsani: attraversare l’Arabia Saudita a bordo di una handbike.
Partirà il 17 dicembre 2023 l’impresa che vedrà il professor Matteo Parsani attraversare la penisola dell’Arabia Saudita, dal Golfo Arabico al Mar Rosso. Quasi 150 chilometri al giorno, per un totale di oltre 3.000 chilometri: una sfida fino a poco tempo fa ritenuta impossibile per una persona che dal 2017 vive con una lesione spinale incompleta.
Il viaggio del professor Parsani, che insegna matematica applicata e scienze computazionali al KAUST (King Abdullah University of Science and Technology), in Arabia Saudita, è atto a promuovere l’inclusione e accendere i riflettori sulla ricerca scientifica, in particolre sulla riabilitazione attraverso lo sport.
Sarà infatti il dottor Franco Molteni, Direttore Clinico del Centro di Riabilitazione Villa Beretta e dell’istituto di ricerca e innovazione a esso collegato, a monitorare il professor Parsani nella sua sfida, per comprendere a fondo gli effetti di un’attività fisica estrema sul sistema nervoso di una persona con una lesione spinale.
Il KAUST ha da subito sposato il progetto di questo suo professore che vanta collaborazioni con il gruppo McLaren e guida un team di ricerca di circa 15 persone.
Nella lingua araba la parola “Athar” significa “lasciare un segno”: un termine che la dice lunga sulla molla che ha spinto il professor Parsani a portare avanti questo progetto. “Desidero avere un impatto positivo: promuovere valori come la speranza, l’empowerment e l’autodeterminazione, sostenere le persone con disabilità fisiche e promuovere l’innovazione” spiega il professor Matteo Parsani. “Non dobbiamo guardare lontano per vedere qualcuno che sta peggio di noi. Si tratta di riformulare il pensiero e cambiare prospettiva. Quando affrontiamo un momento di incertezza e ci sentiamo bloccati, dovremmo comunque essere grati, anche per le cose che ci sembrano ovvie. Dobbiamo avere fiducia, perché quando una porta si chiude, se ne apriranno altre quattro. E si aprono tutte su un balcone con vista sull’oceano”.
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